Il commercio al dettaglio registra un leggero aumento delle vendite nel mese di maggio, confermando in parte quanto dichiarato dal ministro dell’Economia Daniele Franco nel suo discorso all’Abi il giorno precedente la pubblicazione della statistica. Con il suo rapporto di mercoledì 7 luglio Istat ha reso noto che a maggio 2021 le vendite al dettaglio sono aumentate dello 0,2% in valore rispetto ad aprile. Un incremento di poco sopra la parità, frutto della combinazione di due forze con direzione opposta: le vendite dei beni alimentari sono scese del 2,0% in valore (-1,9% in volume) mentre quelle dei beni non alimentari sono salite sempre del 2,0% (2,2% in volume), generando un leggero incremento per via del diverso peso statistico. Nel confronto con maggio 2020 le vendite al dettaglio registrano un aumento del 13,3%. Una variazione in doppia cifra causata ancora una volta dalla situazione in cui versava l’economia italiana durante la prima ondata del Covid. Ne sono testimoni le due diverse componenti, con i beni alimentari in flessione dell’1,5% (beni essenziali dalla domanda rigida e quindi poco dipendenti da variazioni del potere di acquisto dettate dalla crisi) e un forte incremento di quelli non alimentari, il 28,1% sopra i livelli dell’anno scorso. Commenta Istat: “A maggio 2021 si registra un contenuto aumento congiunturale dovuto alla variazione positiva delle vendite dei beni non alimentari. Nonostante ciò il livello delle vendite, sia in valore sia in volume, risulta ancora inferiore ai livelli antecedenti la crisi (febbraio 2020)”. Le vendite cercano di recuperare con fatica i livelli pre-crisi ma non tutte le tipologie di esercizi stanno riuscendo nell’intento. All’interno del rapporto dell’Istat spicca infatti il dato delle imprese operanti su piccole superfici che vendono beni alimentari. Quest’ultime hanno registrato una riduzione delle vendite del 10% anche rispetto a maggio 2020. In parte ciò potrebbe essere dettato da una diversa propensione dei consumatori durante quei mesi in cui vi era impossibilità di spostarsi, portando i clienti a preferire gli esercizi di prossimità rispetto ai grandi centri commerciali. Sta di fatto che questa categoria di esercizi perde anche nel confronto tra il periodo gennaio-maggio 2021 e gennaio-maggio 2020 (-4,5%). La voce che continua a registrare l’incremento più ampio resta quella del commercio elettronico, che nei primi cinque mesi del 2021 ha registrato il 27,8% di vendite in più rispetto al 2020. Per quanto riguarda la categoria di prodotti, invece, una sola ha visto ridursi le vendite tra maggio 2021 e maggio 2020, quella delle dotazioni per l’informatica, le telecomunicazioni e la telefonia (-4,0%).
I dati Istat continuano a registrare un progressivo e graduale (ma lento) ritorno ai dati pre-Covid. Martedì 6 luglio il ministro dell’economia Daniele Franco ha espresso ottimismo durante il suo discorso dell’Associazione bancaria italiana (Abi), sostenendo che la crescita italiana nel 2021 si collocherà al di sopra delle previsioni iniziali contenute nel DEF di aprile. “Il primo trimestre del 2021 si è chiuso con un lieve incremento del PIL, anziché con la contrazione inizialmente stimata. Come la recessione che l’ha preceduta, la ripresa è connotata da forti elementi di eterogeneità. La produzione manifatturiera è tornata su livelli prossimi a quelli pre-crisi, grazie anche alla ripresa del commercio mondiale, con l’unica eccezione, rilevante per il Paese, della filiera del tessile-abbigliamento. Le costruzioni sono già salite ampiamente al disopra dei livelli di inizio 2020. Da maggio, la spesa per consumi è in netta ripresa”. Alla luce di ciò una crescita pari o superiore al 5% non è più una chimera: “Per il secondo trimestre, le stime interne indicano attualmente una crescita congiunturale prossima al 2 per cento. Il DEF aveva stimato una crescita per il 2021 del 4,5%; in quel momento si trattava di una tra le previsioni più ottimistiche. Un recupero del PIL pari o superiore al 5% per quest’anno appare oggi raggiungibile, così come il ritorno al livello di PIL trimestrale pre-crisi entro il terzo trimestre del 2022”.