Raccordare e unificare gli elenchi e gli albi dei professionisti esperti in crisi di impresa per rendere omogenea la formazione obbligatoria e l’aggiornamento, semplificando così anche l’impegno della Scuola superiore della magistratura di redigerne i programmi, e limitando l’aggravio di oneri a carico dei professionisti, specialmente per quelli più giovani, conseguenti alla obbligatoria partecipazione ai corsi di formazione.
Questa la richiesta formulata dal Consiglio Nazionale Forense e inviata alla Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, in merito al nuovo codice della crisi e dell’insolvenza, che entrerà in vigore il prossimo 15 luglio.
Gli emendamenti presentati dal CNF riguardano, in particolare, gli articoli 356 e 358 del codice della Crisi. Il CNF propone inoltre di rendere la procedura di liquidazione controllata attivabile dal solo debitore e non anche dal pubblico ministero e dai creditori, come previsto dal decreto Insolvency.
Questo eviterebbe, spiega il Consiglio Nazionale, “da una parte di trovarsi di fronte a un enorme numero di procedure di difficile gestione da parte delle autorità giudiziali e, dall’altra, a un non trascurabile rischio d’incrementare le probabilità dell’odioso fenomeno della usura”.